Dandies

I DANDIES, UN FENOMENO MUSICALE DAGLI ANNI ’60 AD OGGI

I Dandies sono un gruppo storico del panorama della musica “beat” monselicense. Il gruppo è nato nell’autunno 1965, nella sua configurazione originale di quattro elementi. In quella prima fase c’erano Ivo Cuccato alla batteria, Oscar Zurlo alla chitarra solista, Ivo Pasuch alla chitarra ritmica, e Paolo (Pilo) Zoppelli al basso. La tipica configurazione alla “Beatles” che andava allora per la maggiore, due chitarre, un basso e una batteria. Lo stesso nome Dandies voleva in qualche modo echeggiare il nome dei Beatles, il suono aveva qualcosa di somigliante.
Erano tutti miei amici, Ivo Cuccato e Oscar erano anche miei compagni di scuola in quello che sarebbe poi diventato l’istituto Kennedy, e io li ho seguiti fin dalle prime fasi di questa loro avventura musicale, in cui molti si cimentavano all’epoca. E’ noto infatti che, negli anni sessanta i “complessi” nascevano come funghi, erano più o meno improvvisati, spesso solo un gruppo di amici che si trovava la sera a strimpellare su qualche strumento recuperato alla meglio. Per i ragazzi dell’epoca far parte di un gruppo musicale o almeno frequentarne l’entourage era quasi obbligatorio perchè altrimenti eri un pò tagliato fuori dal “giro”.
Uno dei primi concerti dei Dandies. Palco e accessori erano di fortuna, ma l’entusiasmo 
era veramente grande. Da sinistra, Paolo Zoppelli, Ivo Cuccato, Oscar Zurlo e Ivo Pasuch. 
Notare l’illuminazione presente sul palco: un filo di corrente 
con due o tre lampadine e qualche pezzo di cartone…
Inizia così l’avventura musicale dei Dandies, che non sarà lunghissima, poco più di due anni,  ma neppure breve se si considera che a quei tempi i gruppi potevano nascere e sciogliersi nel giro di qualche mese.
Il 6 gennaio del 1966, giorno della Befana, c’è l’esordio ufficiale  con il “mitico” concerto del Patronato di Monselice. La “Concert Hall” era una sala sotto il Duomo da poco costruito, adibita a cinema parrocchiale di fortuna, con il pavimento di cemento polveroso, un palco fatto con tavole da cantiere e l’occhio di bueera un tubo di stufa con una lampada dentro che io e altri volonterosi manovravamo dalla cabina di proiezione per creare gli “Effetti speciali”. Ma la sala era strapiena ed il pubblico era entusiasta. In quell’occasione si esibirono altri complessi monselicensi come gli Idles, i Face Stones ed altri. I mezzi erano limitati, ma si è trattato di un evento che tutta la “meglio gioventù” monselicense dell’epoca ricorda e di cui parlarono diffusamente i quotidiani locali.
Foto ufficiale dei Dandies, nella location dello studio Zangrossi di Monselice, verrà utilizzata per 
il manifesto del gruppo. Da sinistra, Oscar, Piero, Giuliano, in basso Ivo e poi l’altro Ivo.
Nei mesi successivi l’esperienza del gruppo si rinforza mano a mano che si dipana il calendario delle esibizioni nei vari centri del padovano e del vicentino. Nel frattempo, come per tutti i gruppi musicali che si rispettino, viene allestita una “sala prove” che trova sede in una soffitta-terrazza della casa di Oscar Zurlo, in Piazza Mazzini, sopra il Bar Centrale che la sua famiglia gestisce. Soffitta-terrazza nel senso che durante i mesi invernali le prove si svolgevano all’interno della soffitta, che era piuttosto angusta, così da primavera in poi quando le giornate erano belle tutta la strumentazione veniva trasferita sulla terrazza dove si tenevano le prove all’aperto.
Nel corso dell’anno poi c’è un avvicendamento, entra nel complesso Giuliano Bezze, che va a sostituire Paolo Zoppelli al basso, Giuliano sarà anche voce del gruppo assieme a Oscar.
Un concerto del settembre ’66, Oscar, Piero, Giuliano, Ivo Cuccato e Ivo Pasuch. 
Dopo le prime pioneristiche esibizioni anche il look dei musicisti 
diventa elegante e si adegua al nome del gruppo.
Ancora qualche mese e i Dandies assumono la configurazione definitiva a cinque elementi, quando entra nel gruppo Piero Zucchini, tastierista e cantante, che suona la pianola, come veniva definito lo strumento in quegli anni, mentre oggi con termine più politicamente corretto le chiameremmo “tastiere”.
Un ultimo avvicendamento avviene nei primi mesi del 1967, quando Ivo Pasuch viene sostituito da un chitarrista non monselicense, Fiorenzo (Pappo) Usan.
Pappo è di Noventa Vicentina e non ha un’auto nè un altro mezzo di trasporto per raggiungere Monselice per le prove del gruppo. Non trovando una soluzione diversa, Oscar gli mette a disposizione una vespetta che usavano in famiglia, con la quale il volonteroso chitarrista si sciroppava due volte la settimana il tragitto di andata e ritorno da Noventa, col bello e col brutto tempo. Erano decisamente altri tempi e c’era grande passione.
L’ultima formazione del gruppo storico dei Dandies, nella cartolina ufficiale. 
La foto è stata fatta nella “location” monselicense della scalinata dell’esedra sulla Rocca. 
Il “nuovo acquisto” Pappo è al centro con la maglia rossa.
Un anno più tardi, nel dicembre del 1968 Il povero Ivo Pasuch, morirà in un incidente stradale a soli 20 anni, lasciando nella costernazione la famiglia, gli amici del gruppo e tutta la gioventù monselicense di cui Ivo faceva parte e da cui era particolarmente amato. Fu uno shock per tutti noi giovani di quel periodo. Ai funerali di Ivo partecipò addolorata e incredula praticamente tutta la città di Monselice.
Ivo Pasuch. 
Il complesso dei Dandies nel frattempo era andato avanti nel suo percorso musicale. Il 1967 è l’ anno della maturità ed il gruppo ha ormai un fitto calendario di esibizioni in parecchi locali da ballo del Veneto e del’Emilia. In quegli anni infatti non esistevano ancora le discoteche e nei locali da ballo per giovani si esibivano il sabato sera e la domenica i complessi, come si chiamavano allora.
In più di una occasione io stesso li ho seguiti come accompagnatore facendo il “Pistola”, che non era parola offensiva, così si chiamava infatti a quei tempi nel gergo dei gruppi, soprattutto padovani, colui o coloro che seguivano i complessi, nelle trasferte facendo un po’ da manager, un pò da autisti e un po’ da aiutanti per montare e smontare gli strumenti e gli impianti audio.
Ivo alla batteria, prove di foto ufficiali sulla Rotonda della Rocca 
e Oscar con la sua fida chitarra.
Per trasportare il gruppo e la strumentazione in trasferta era stato acquistato un pullmino Wolkswagen, quello famoso che usavano gli hippies e i figli dei fiori. Pullmino comprato di seconda, o forse terza mano, che talvolta ha creato qualche problema, piantando tutti per strada, soprattutto quando le trasferte erano lunghe e si rientrava di notte dalla bassa ferrarese con certi nebbioni invernali.
Inconvenienti stradali a parte, per i Dandies l’anno ’67 è di grandi soddisfazioni. Terranno concerti a fianco di gruppi notissimi a livello nazionale come i Ranger Sound, i Rokes, i Ribelli ed altri. Poi ci sono esibizioni di grande successo al Lago delle Rose, diventato in quel periodo frequentata spiaggia e luogo di “dolce vita” monselicense, oltre ad un importante concerto al Cinema Teatro Roma di Monselice, di cui vediamo una foto in basso.
La bella favola si sta però avviando al finale. Verso la fine del 1967, proprio nel momento in cui il gruppo è maturo e si potrebbe proiettare verso nuovi traguardi, le esigenze di vita e le scelte di lavoro dei ragazzi, che col passare degli anni si avviano a diventare uomini, hanno il sopravvento sulla passione musicale. Hanno tutti attorno ai ventanni, ma a quei tempi si diventava uomini molto presto, così per ognuno è il momento di andare per la sua strada e seguire le scelte della propria vita. L’ultima esibizione ufficiale e pubblica  della band storica dei Dandies è del dicembre del 1967.
Concerto dei Dandies al Cinema Roma di Monselice nel 1967, con le divise allora molto in voga, 
lanciate dai Beatles con le canzoni di Sergent Pepper. Il pubblico è entusiasta e molto numeroso.
Dandies versione moderna, concerto di Monselice, piazza Mazzini, settembre 2013.

Dopo una fugace reunion, con un concerto al cinema Astoria nel 1985, che però non ebbe altro seguito,  il gruppo si ritrova, a distanza di oltre 40 anni dagli esordi, nel 2010 e riprende con continuità il percorso musicale interrotto. I capelli per alcuni sono forse un po’ di meno, l’esperienza di vita al contrario è molto aumentata, ma lo spirito rock è ben vivo e la volontà è forte. La ripartenza avviene  con alcuni elementi della band originale e altri che si sono aggiunti per la versione “moderna” dei Dandies. Il gruppo, come si vede in queste mie foto del concerto di Piazza Mazzini del settembre 2013, ha allargato il numero dei propri componenti,  per adattarsi alle esigenze del nuovo repertorio musicale più ampio e differenziato che oggi la band offre al pubblico.

Da sinistra. Lee Bowers, Lisa Zucchini, Elisa Benà, Gianni Pippa, Emanuele Raffagnato e Cicci Narcisi.
Da sinistra, Gianni Pippa, Oscar Zurlo e Piero Zucchini. 

Da sinistra, Ivo Cuccato, Oscar Zurlo ed Emanuele Raffagnato.
Del gruppo dei Dandies originari fanno ancora parte Ivo Cuccato, Oscar Zurlo e Piero Zucchini. A loro, dopo una fase di assestamento in cui si sono avvicendati alcuni altri musicisti, si sono aggiunti oggi Janos (Cicci) Narcisi, potente chitarra solista, Gianni Pippa, chitarra ritmica ed Emanuele Raffagnato, chitarra basso. Poi ci sono Elisa Benà, cantante solista e Lisa Zucchini, figlia di Piero, cantante e corista. Ultimo acquisto del gruppo è il musicista afroamericano Lee Bowers, dalla voce potente, con spiccate intonazioni blues e soul.
Oggi i nuovi Dandies sono una realtà affermata. Da quella prima “reunion” del 2010 che poteva sembrare una rimpatriata occasionale per rinverdire l’album dei ricordi, hanno percorso parecchia strada. Hanno lavorato, provato, si sono affiatati, hanno amalgamato il gruppo. I Dandies di oggi non sono più e non solo un “amarcord” degli anni d’oro, ma rappresentano un nuovo,  solido complesso musicale che si esibisce con professionalità in concerti e manifestazioni, portando il loro sound fatto di musica che riprende i successi degli anni sessanta e settanta, ma anche di generi nuovi e diversi come il rock il blues e il soul, in un repertorio che interpreta 50 anni di musica italiana e internazionale.
Un paio di anni fa sono stati chiamati a rappresentare l’Italia ad un festival europeo di musica e arte che si è tenuto a Tampere, in Finlandia, dove si sono esibiti in vari concerti.
Nel corso del 2015, nei mesi estivi, è stato celebrato il cinquantenario della nascita del gruppo dei Dandies, con varie iniziative e festeggiamenti culminati nel grande concerto in piazza Mazzini a Monselice del 4 agosto.
Ma il cammino del gruppo prosegue verso nuove interpretazioni, l’anno successivo, nel giugno del 2016, riprendono musicalmente “La messa Beat”, una spartitura della celebrazione liturgica in chiave moderna, messa in scena per la prima volta esattamente cinquant’anni prima, nel 1966, sull’onda della apertura della chiesa cattolica alle nuove istanze di rinnovamento avviate col Concilio Vaticano II dal Papa Giovanni 23°.
La rievocazione della “Messa Beat” si è svolta nella cornice della Pieve di Santa Giustina a Monselice, una chiesa romanica con otto secoli di storia alle spalle, in uno scenario di luci e colori particolarmente coinvolgenti, di cui vediamo qui una suggestiva immagine.

di Maurizio De Marco dal sito